<%@ Language=VBScript %> ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA

UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

 Il sottoscritto Ricciardo Giuseppe nato a Ficarra Messina il 19/01/1958- e residente in Via dei platani

n° 21/8 16139- Genova Telefono n° 0349-6044246

 

Oggetto: Memoriale riferente i fatti  occorsi circa il decesso di Adriana Trevisani in Ricciardo.

 

Spettabile Giudice. Presento questo memoriale della brutta storia che vide come principale protagonista la mia povera Moglie Adriana che aveva appena 34 anni compiuti il 22/11/99 e morta il 29/11/99.E aveva ancora tutta una vita davanti a sé. Ho pensato di scrivere e raccontare sia la storia clinica, e anche le mie ricerche in campò medico, cercando di fare un riassunto della storia. Come lei potrà leggere alla fine del mio racconto c’è anche un breve riassunto su varie patologie polmonari scritto dal Dr. Corrado C. Ospedale Civile di Gubbio. Da quello che lei leggera si potrà rendere conto della complessità di questa storia che vide Adriana protagonista, e anche della complessità sulla parte medica e tutto quello che si doveva fare e non e stato fatto. Capisco che leggere tutte queste pagine che sono lunghe non e facile, io ho cercato di abbreviare più che potevo ma purtroppo visto la complessità del caso non si può raccontare in poche righe, io che ho vissuto questa esperienza so come sono andate i fatti, ma voi che dovete fare le indagini giustamente dovete capire la storia che come detto sopra e complessa. Io cerco di far vedere a voi quello che vedo io penso che solo cosi si possono fare delle indagini scrupolose. Qui non si deve dimenticare che e morta una persona in circostanze che non sono per niente chiare, è sé il reato di omicidio di qualunque tipologia si tratti è il reato più grave che c’è é la Giustizia a il dovere di fare piena luce sul caso senza trascurare niente. Quindi la prego di leggere con la massima attenzione tutto. Mi perdoni sé mi permetto di dire questo. Quello che vorrei sottolineare e far capire che io non mi sto divertendo a fare tutto questo e tutte queste ricerche, io credo in quello che sto facendo perché sono convinto che la mia Adriana sé fosse stata trattata bene e curata come si deve oggi sarebbe qui e io non sarei qui a scrivere e a fare la guerra, sé Adriana veramente doveva morire perché era gravemente ammalata e i medici avessero fatto tutto il possibile per salvarla io mi sarei rassegnato e avrei accettato questo destino, credo che sarebbe da stupidi lottare come sto facendo io se il destino di Adriana era  quello di morire oltre tutto sarebbe anche una mancanza di rispetto verso mia moglie. Invece io sono più che convinto che il suo destino e stato programmato dall’uomo e cioè da questi medici. Ma sé per qualunque ragione si pensasse che io sono pazzo a fare tutto questo? Sono pronto a sottopormi a visite neuro psichiatriche. Io purtroppo per adesso non mi posso permettere consulenze mediche perché ci vuole troppo denaro che io non ho e mi domando se una persona dopo avere avuto una esperienza cosi terribile come la mia per poter combattere questa ingiustizia deve spendere tanti milioni e questo e inaccettabile! In un paese civile dove io vivo che si chiama Italia e mi vergogno purè di essere cittadino Italiano. Io ho anche il diritto di essere ascoltato dal magistrato che farà le indagini sul caso sé si faranno. Quello che non capisco in questa vicenda è l’operato di alcuni magistrati che hanno condotto indagini contro ignoti. Io mi domando ma i medici che avevano in cura Adriana, erano ignoti? In ogni reparto non c’è un primario responsabile che ha un nome e un cognome ? non credo che questo sia ignoto, eppure io nelle mie querele avevo indicato nome e cognome di medici di cui io ritengo responsabili. Ancora oggi, sono ignoti pur conoscendo i nomi, perché questo ? non vorrei entrare in particolari in merito a questo, però sono domande che io mi pongo, credo che siano domande lecite oppure no? Ancora oggi, questi medici continuano ad infangare e calpestare la mia dignità ma soprattutto la memoria di mia moglie, io questo non l’accetto ! Si sono pure permessi di dire e dichiarare che io non mi sono interessato della salute di mia moglie quando era in ospedale, come risulta in atti, con quale diritto si permettono di dire queste affermazioni ! lo so solo io cosa ho passato in quel periodo e come mi sono ridotto. Dicono questo, per screditarmi, evidentemente non hanno la coscienza a posto. Io ho dato l’anima per poter salvare Adriana e sono orgoglioso di quello che ho fatto. Se in quel periodo avessi saputo una minima parte di tutto quello che so oggi in campo medico di certo non sarebbe finita così, Adriana per me era tutto. Io oltre a essere parte lesa in questo procedimento sono anche il testimone, e io ho vissuto questa esperienza e solo io posso dare indicazioni per ricostruire questa storia. Ma per essere ascoltato in questa società si deve essere persone che contano? Io ho 43 anni e vorrei ricostruirmi una vita e so che non e facile non si può dimenticare tutto questo. Questa storia mi ha cambiato completamente la vita io non sono più quello che ero prima, ma vorrei andare avanti e quello che mi potrà dare la forza di andare avanti e avere giustizia, di certo nessuno potrà più darmi la mia Adriana lei sarà sempre nel mio cuore. (In quel periodo nessuno mi ha aiutato sicuramente potevo fare molto di più, ma purtroppo sono stato pure ostacolato da chi aveva il dovere morale di aiutare Adriana. Ma di questo preferisco non parlarne, questa e un altra brutta storia e sotto certi aspetti vergognosa.) Io voglio ancora credere nella Giustizia anche se non e facile. Provate solo per un attimo a mettervi nei miei panni leggendo questa storia? Adesso brevemente riassumo la storia che porto mia moglie alla morte cercando di non dilungarmi troppo. In data 06/07/1999 mia moglie Trevisani Adriana nata a Genova il 22/11/1965 a seguito di un incidente stradale in località Ottone (PC) veniva ricoverata presso l’Ospedale di Bobbio (PC).Gli furono diagnosticati vari traumi derivati dall’incidente e venne riscontrata una insufficienza respiratoria, successivamente riferita a fibrosi polmonare la cui natura ancora da definire. Mia moglie rimase ricoverata presso quell’ospedale sino al 10/08/1999 e in quel periodo fu trattata bene tanto e vero che miglioro nettamente. Nel periodo di decenza sopra indicato i medici che ebbero in cura mia moglie non ci fecero mai preoccupare ma dissero che la cura sarebbe stata lunga e che comunque dovevano essere effettuati ulteriori accertamenti per stabilire la natura della malattia. Di questo ospedale non posso parlare male perché qui mia moglie e’ stata trattata bene. Nel periodo che Adriana era a casa prima di essere ricoverata al San Martino le sue condizioni di salute erano buone, considerando che dopo un mese d’ospedale una persona è abbastanza debilitata da tanti fattori sia fisici che psicologici. Lei in quei giorni si riprendeva sempre di più, era aumentata di tre chili faceva una vita normale con le dovute cautele, si usciva a fare delle passeggiate, andavamo a fare la spesa, più volte siamo andati a cena fuori, è andata dalla sua parrucchiera e quando era in casa, preparava da mangiare, faceva tutte quelle cose che normalmente una persona fa. La notte il suo respiro era normale, silenzioso, non più come prima che si sentiva che non respirava bene, non faceva più l’ariosol e non assumeva altri farmaci che prendeva prima, prendeva solo una pastiglia di medrol da 16 mg e una di solosa per la glicemia. I valori glicemici che misuravamo si mantenevano buoni e questi valori sono ancora memorizzati nello strumento della glicemia, con le ore e le date, ma tutto questo io lo vissuto e ho visto, c’ero io con Adriana e non gli altri, tutte queste cose non si possono ignorare come si è fatto fino adesso. Se lei era veramente grave non migliorava, evidentemente la terapia fatta dai medici di Bobbio era corretta, ricordo che gli stessi medici sia di Bobbio che di Piacenza avevano parlato di fare la broncoscopia e il broncolavaggio, oggi mi rendo conto che avevano visto giusto. Poi dato che dovevano essere effettuati ulteriori accertamenti per la malattia. Pertanto il 18/08/1999 successivo mia moglie fu ricoverata presso il reparto di pneomologia di Genova al San. Martino Primario Dott. P. D., e da qui iniziò il nostro calvario. Mia moglie in quest’Ospedale e stata sottoposta a terapia immunosoppressiva. Quello che posso dire io che mia moglie prima di questa terapia stava discretamente bene nonostante l’intervento della biopsia che la debilitata parecchio, ma nonostante questo le sue condizioni di salute andavano verso un miglioramento tanto è vero che prendeva dei permessi e veniva a casa e quando era in ospedale si usciva a fare delle passeggiate non sembrava neanche che fosse ammalata, le sue condizioni peggiorarono dopo questa terapia giorno dopo giorno era costretta a fare sempre più ossigeno e anche in bagno era costretta a portarsi dietro l’ossigeno, e i medici non hanno pensato di sospendere questa terapia con immunosoppressori. In quel periodo non sapevo quali erano i rischi  di una simile terapia ma oggi visto che mi sono documentato in merito facendo ricerche scientifiche e chiedendo a chi è del mestiere, ora posso capire veramente come sono andate le cose. Tutte le ricerche che ho fatto sia sulla malattia che le medicine usate.  I testi scientifici mi dicono che le malattie interstiziali ce ne sono di vari tipi (circa 150) e più o meno si assomigliano una con l’altra e per arrivare ad una diagnosi esatta bisogna fare tanti esami specifici, come il Bronco lavaggio e tanti esami vanno fatti in vari modi e con metodi diversi. Come mai non sono stati fatti tutti questi esami che sono descritti nei testi medici per il tipo di malattia? I medici si sono limitati a fare delle TAC, raggi X, e una biopsia polmonare. E a causa del cortisone e immunosoppressori gli è venuto anche il diabete con punte di glicemia che arrivavano a oltre 500, e quando era bassa si manteneva sui 280-300.350. quindi i medici dovevano valutare la sospensione del farmaco come potenziale causa di malattia interstiziale visto che la situazione di mia moglie era peggiorata in modo grave dopo l’inizio della terapia, io vorrei sapere il perché non è stato fatto? Tutte queste cose sono scritte da medici io mi domando per quale motivo non sono state osservate ? per esempio esistono dei casi di polmonite da Azatioprina, e la e la Ciclofasfamide può portare alla Fibrosi polmonare, e tutti gli effetti tossici che hanno questi farmaci e anche l’ossigeno e’ responsabile della cosiddetta tossicità da ossigeno che provoca danni all’interstizio alveolare con deposito di collagene e a lungo andare aumenta il numero di fibroplasti nelle pareti alveolari con il loro principale prodotto cioè il collagene che conduce ad una fibrosi. I testi scientifici mi dicono che per questo tipo di malattia sono indicati i cortisteroidei, mentre gli antimetaboliti (immunosopressori) quali Azatioprina la Ciclosfamide e il Metrotrexate sono tuttora oggetto di sperimentazione per queste patologie. Premesso che sia mia moglie come paziente e io non siamo stati informati cosi come prevede la legge del 22/04/1992 e successive sul Consenso Informato sia che fosse stata una terapia consentita dai protocolli sanitarie in particolar modo se era una terapia sperimentale, perché non siamo stati informati quali erano i rischi di una simile terapia? e sul tipo di struttura Ospedaliera? Che a mio giudizio non poteva trattare una malattia cosi importante. Perché la legge prevede che il paziente deve sempre essere informato sulla sua malattia e sulle terapie ed ha il diritto di accettare o rifiutare qualsiasi terapia anche se questa può essere usata a fin di bene questo vale come principio di dignità della persona sulla quale viene praticato.Questo diritto è riconosciuto anche dalla costituzione art.32 secondo comma e se su mia moglie e’ stata usata una terapia oggetto di esperimenti ciò significa che mia moglie e’ stata usata come cavia e questo è grave. La legge su questo prevede controlli scrupolosi, se i medici ci avessero dato una corretta informazione soprattutto a mia moglie avremmo preso altri provvedimenti anche quella di andare in una struttura attrezzata per il tipo di malattia e non sarebbe finita cosi. Adriana aveva tutto il diritto di vivere e di essere curata e trattata con umanità e dignità. Io mi chiedo come si fa’ a diagnosticare una malattia del genere senza fare tutti gli esami del caso. La causa di morte di Adriana e’ stata una broncopolmonite batterica in evoluzione fibrotica e per le cattive condizioni igieniche e sanitarie sì e presa anche un’infezione da Stafilococco aureus, e altri batteri. Un batterio Stafilococco aureus e fatale per una persona con le difese immunitarie compromessi dalle medicine, questo lo dicono i testi di medicina. Devono essere prese delle misure profilattiche, i raccordi dei sistemi di respirazione assistita devono essere sterili e monouso, il circuito respiratorio va sostituito ogni 12/24 ore, i liquidi per la nebulizzazione devono essere mantenuti in condizioni di sterilità ecc.. invece questo non è avvenuto. Per la nebulizzazione veniva usata acqua del rubinetto, il circuito respiratorio non e’ mai stato sostituito a mia moglie, non venivano osservate regole comportamentali da parte del personale sanitario (mascherina, guanti, ecc.) e di eventuali visitatori. Mia moglie doveva essere messa in stanze sterili a scopo protettivo, essendo immunodepressa a causa degli immunosoppressori e queste cose sono scritte nei testi scientifici perché non sono state osservate? Non si può giocare sulla pelle delle persone in questo modo. Agli esami immunologici rilevano una marcata ipogammaglorulinemia di tipo IgG. E chiaro che dopo quasi due mesi di terapia con cortisone ad alte dosi e immunosoppressori il sistema immunitario di mia moglie era compromesso dalle medicine. I valori di IgG. Quando era ricoverata a Bobbio erano a 1591- i valori di riferimento normali vanno da 800/1600, quindi erano ottimi questo vuol dire che le sue difese immunitarie funzionavano bene più che nella norma. Adriana prima di questa terapia stava discretamente bene, nonostante che abbia subito una biopsia ai polmoni, e se non era per quell’incidente stradale tante cose non sarebbero avvenute. Adriana era a Ottone per lavoro, e non e finita in ospedale per problemi respiratorie, anche se lei soffriva di questi problemi di respirazione, se non finiva in Ospedale oggi sarebbe qui sono sicuro anche perché una malattia non può precipitare in questo modo nel giro di due mesi, e poi strano caso le sue condizioni sono diventate gravi dopo l’inizio di quella maledetta terapia immunosoppressiva. Tutto quello che ho scritto e raccontato sino adesso non me lo sono di certo inventato l’ho vissuto sulla mia pelle e ho visto come sono andate le cose e oggi sto’ tirando le somme, e non ho il minimo dubbio su quello che è successo, io sono il diretto testimone di questa storia e i medici lo sanno benissimo, dovrebbero avere il coraggio di ammettere le proprie responsabilità. I medici responsabili della morte della mia cara moglie sono il dott. P. D. quale Primario del reparto di pneomologia del San. Martino, il dott. B. di N., e la dott.ssa F. C., questi sono i medici che avevano in cura mia moglie.  Mentre per il Policlinico San Matteo di Pavia anche se la procura di Pavia dice che il reato è stato posto in essere presso l’ospedale S. Martino di Genova, a mio avviso hanno comunque delle responsabilità in quanto ritengo che si potevano attuare tante misure sanitarie per salvare Adriana come metterla in rianimazione, fare delle trasfusioni di sangue per la carenza di piastrine e anticorpi e di medicine che stimolano il sistema immunitario e se era il caso visto le gravi condizioni metterla in rianimazione e anche intubarla, ma comunque anche loro hanno continuato a somministrare la terapia senza accertarsi che ci fosse un consenso informato firmato da mia moglie. Tutto questo è riportato in letteratura medica su testi accreditati, perché non sono stati attuati? I medici di cui io ritengo siano responsabili presso l’ospedale di Pavia sono il prof. A. R. quale primario, la dott.ssa R. L. ed altri che non conosco i nomi. Mia moglie e’ stata trasferita a Pavia il 15/11/1999 ed in questo Ospedale secondo me e in base hai fatti e quello che dice la medicina non sono state attuate tutte quelle misure sanitarie del caso. A mio giudizio qui si sono accorti della gravità di mia moglie e che non si poteva fare più niente, in quanto mia moglie era stata distrutta completamente da questa terapia, ma i medici non hanno avuto il coraggio di dirlo forse per salvare da eventuali denunce i medici di Genova. Io ricordo che il professore A. R. in data 15-11-1999, quando io gli chiesi le condizioni di salute di mia moglie mi disse che secondo lui da come era stata descritta dai sanitari di Genova, la situazione lui non la vedeva così grave, quello che però non capiva era il perché respirasse così male, infatti mi disse che probabilmente aveva qualche infezione batterica o altri tipi di infezione e comunque avrebbe disposto il ricovero in rianimazione e avrebbe diminuito le dosi di cortisone perché secondo lui erano troppo alte e avrebbe anche sospeso la somministrazione dei farmaci immunosopressori perché secondo lui non erano tollerati da mia moglie per i gravi effetti collaterali è avrebbe anche intrapreso una terapia con immunostimolanti per riattivare il sistema immunitario in quanto compromesso e disse che in quel modo non poteva superare una eventuale intervento chirurgico per l’eventuale trapianto polmonare. Di tutto questo non è stato attuato niente, so solo che hanno continuato questa terapia con più accanimento e anche questo che c’è stato su mia moglie un accanimento terapeutico mia moglie doveva morire e basta non si poteva fare più niente solo Dio a quel punto poteva salvarla da come l’hanno ridotta. In data 25-11-1999 i sanitari di Pavia mi dissero che avrebbero dimesso Adriana il giorno 1-12-1999 in quanto per loro avevano finito tutto quello che c’era da fare per metterla in lista d’attesa per il trapianto polmonare e secondo loro poteva venire anche a casa. Io le feci notare che nelle condizioni gravi in cui si trovava come faceva a venire a casa costretta a stare a letto, cateterizzata e avrebbe avuto bisogno di una assistenza continua da personale specializzato in quanto lei non era neanche in grado di tenere il suo telefonino in mano perché faceva fatica e con l’ossigeno ad alte dosi. A quel punto dissero che si poteva rimandare al Maragliano (ospedale San. Martino) di Genova. Loro l’avrebbero dimessa in condizioni così gravi per togliersi un peso, a quel punto per loro era meglio togliersi questo peso scomodo che poteva rappresentare un grosso problema, i sanitari di Genova l’anno trasferita a Pavia quando hanno visto che la situazione era grave, l’anno trasferita tanto per far vedere che facevano qualcosa. I sanitari di Pavia visto la situazione, l’anno tenuta per un po’ di giorni e poi se ne volevano liberare prima possibile, tanto è vero che come ho già detto l’avrebbero dimessa per mandarla addirittura a casa consapevoli che una paziente così grave non poteva stare a casa costretta a fare una quantità di ossigeno di circa 10 litri al minuto 24 ore su 24. (come poteva stare a casa in quelle condizioni ? non ci vuole tanto a capire che per loro rappresentava un problema così si sarebbero tolti delle responsabilità mandandola a casa). Purtroppo Adriana non ce la fatta ne a venire in ospedale a Genova e neanche a casa, in ogni caso se sarebbe uscita viva l’avrei portata a Milano all’ospedale Niguarda, infatti in quei giorni mi stavo organizzando ma ormai era troppo tardi. Adriana ha sofferto più di 20 ore in modo atroce, ed è stata tenuta insieme agli altri malati di camera e queste cose non si possono dimenticare sono sensazioni che non si possono scrivere. Lei, non ha avuto neanche il rispetto della sua privacy, i sui compagni di camera e i parenti di questi hanno assistito alla sua fine, io mi chiedo se tutto questo è giusto, dove sta il rispetto e la dignità di una persona ? mi chiedo anche se al posto di mia moglie ci fosse stata una persona importante, l’avrebbero trattata così ? io penso di no, purtroppo oggi, questa è la realtà, conti solo se sei qualcuno allora sei considerato e se possiedi denaro ti puoi curare dove vuoi e come vuoi ma questo non è giusto, tutti abbiamo il diritto alla salute e il rispetto della propria dignità, sfortunatamente in questo paese dove viviamo questi valori non esistono più. Adriana e deceduta il 29/11/1999 a Pavia. Ritengo responsabile oltre gli Ospedali anche il medico di famiglia che aveva sempre curato mia moglie come asma prescrivendo solo delle medicine senza prescrivere degli esami specifici, mi chiedo quali danni hanno provocato queste medicine inutili, e se la malattia fosse stata presa in tempo si poteva curare meglio di certo non era Fibrosi. Il dottore in questione si chiama P. M., che io ho denunciato. Le cose che sono successe sono inaccettabili e io chiedo che sia fatta luce e chi ha sbagliato deve pagare e non e’ giusto che questi medici stiano ancora lì a prendersi lo stipendio che poi siamo noi a pagare, mi domando anche quanto e’ costata mia moglie alla Sanità in cinque mesi di Ospedale ? senza nessun beneficio e poi si dice che la sanità non ha i soldi. Mi chiedo come mai ancora la direzione sanitaria sia del San Martino che del San Matteo non hanno preso nessun provvedimento in merito con quello che e’ successo? Vorrei far capire che qui è morta una persona e questa era mia moglie ed era la mia vita, e io voglio giustizia! E lotterò con tutta la mia forza e non permetterò che la memoria di mia moglie Adriana venga infangata. In data 08/10/2000 ho ricevuto una lettera per conoscenza a me, all'Ordine dei Medici di Genova, e al Ministero che allego dal Dott. P. scrive che mia moglie è stata informata come prevede la legge, e questo è completamente falso, non esiste Nessun Consenso Informato firmato da mia moglie. Si legge che la diagnosi era confermata dalla Biopsia Polmonare, l'esame Istologico parla di probabile malattia riferibile a interstiziopatia fibrosante tipo Usual Interstitial Pnemonia (UIP).Probabilità non è certezza non si può fare una terapia del genere sulla probabilità quando non si ha la certezza di cui è affetta. Poi chi ha autorizzato ad effettuare una Terapia Sperimentale, il Dott. P. può dire quello che vuole ma la legge parla chiaro, la terapia usata su mia moglie e sperimentale infatti quel tipo di farmaci non sono indicati per patologie del genere e se in ogni caso vengono usati, sono farmaci da considerarsi sperimentali. Questo è grave non avere informato il paziente hanno solo raccontato delle menzogne sin dall'inizio e questa è violenza privata ART. 610 C.P. Spettava a mia moglie cosa fare della sua vita e non questi Medici che si sono appropriati di un diritto che non le spettava è l’anno fatta soffrire in modo atroce per dei mesi. Per quale ragione? E ora di finirla chi sbaglia deve pagare come qualunque altra persona e se non sono capaci di fare il mestiere che hanno scelto, che cambino lavoro non si può giocare con la vita delle persone, per me questa storia è un libro aperto su quanto è successo e dal come mi sono documentato in merito su testi di medicina accreditati in campo mondiale. La mia visione è chiara , mia moglie è stata usata come cavia  non conosco la ragione ma è così quello che dico e continuerò a dire è questo che mia moglie prima di quella terapia maledetta stava discretamente bene e la malattia che è venuta fuori dalla autopsia è stata provocata dai farmaci, questo è scritto nel testo di medicina respiratoria capitolo 74 e 92. Danni polmonari provocati dai farmaci e da come è stata tenuta si è presa delle infezioni da Staffilococco Aureus e altri batteri e questi sono scritti in cartella clinica. Il Dott. P. scrive e ha indicato alcune delle principali citazioni in letteratura internazionale sull'argomento, quello che la letteratura dice in merito lo so benissimo in questi testi però c'è scritto quali esami bisogna fare per avere una diagnosi certa e in quali casi si può decidere di fare una terapia immunosoppressiva e quali precauzioni bisogna prendere per il paziente e in che condizioni deve essere tenuto per l'alto rischio d'infezione che ci sono per una persona indifesa a causa dell'immunosopressione, e se nel corso della terapia il paziente manifesta segni di qualche infezione il medico sa già quali batteri o virus possono essere ricercati e deve anche valutare il farmaco come potenziale causa di malattia polmonare e deve sospenderlo come mai questo non è stato attuato su mia moglie? E il Dott. P. scrive anche che mia moglie era refrattaria alla terapia e allora per quale ragione se mia moglie non rispondeva a quella terapia hanno continuato? Si legge anche che era refrattaria ai cortisoni per gli effetti collaterali che questi hanno. Io mi chiedo per quale ragione hanno continuato a somministrarli? Quello che posso dire e che su mia moglie c'è stato anche un accanimento terapeutico il Dott. P. e company mi dovrebbero dire e spiegare il perché mia moglie non è stata tenuta in camere sterili e attuando tutte quelle misure profilattiche del caso così come è scritto in testi di medicina accreditati in campo internazionale. Tra i quali il vol.7 di professione medico a pag. 217 dove si dice che il paziente deve essere isolato a scopo protettivo per l’alto rischio d’infezioni a causa dell’immunosoppressione provocata dai farmaci e a scopo protettivo deve essere dotato di mascherina e questo riguarda anche il personale sanitario e i visitatori; le stanze devono essere provviste dei sistemi di ventilazione adeguati a pressione positiva e negativa; i servizi igienici individuali. Adriana invece è stata tenuta in un reparto dove c’erano persone con la TBC Adriana non era un essere umano? Non aveva il diritto di essere curata come si deve? Non mi dicano che io non sono un medico e non capisco nulla in merito, io non sono medico però so documentarmi e leggere e quello che c'è scritto è molto chiaro. La biopsia non è stata fatta in modo corretto come dicono i testi medici in merito a malattie del polmone faccio riferimento al testo di medicina respiratoria capitolo 59 e 60 alla pagina 1760 dove dice che al momento della biopsia polmonare a cielo aperto occorre richiedere al chirurgo più campioni prelevati dalla parte più colpita e altri dalla meno colpita del polmone in questo modo si può meglio valutare lo spettro degli aspetti istologici presenti Come mai questo non è stato fatto ? nel testo della Harrison 14 edizione del 1999 volume 2 al capitolo 259 pag.1674 si legge che si deve definire accuratamente la diagnosi tissutale prima di intraprendere una terapia immunosopressiva con le complicazioni che questa comporta e il primo procedimento invasivo è rappresentato dalla Broncoscopia a Fibre Ottiche che risulta importante per escludere infezioni, tumori e altre specifiche malattie, il BAL per l'analisi cellulare e proteica può risultare utile nella determinazione della natura dell'infiammazione alveolare e dell'attività immunitaria a pag. 1675 si legge che se viene effettuata una terapia immunosopressiva le complicanze infettive che si possono verificare con questa terapia devono essere prontamente e aggressivamente trattate si consiglia a scopo profilattico l'impiego dei Vaccini Pneomococcico e  influenzale, Mi chiedo come mai non sono stati fatti questi esami ? e come mai non è stato fatto il LES = detto sistemistico indotto da farmaci? e cioè malattia polmonare indotta da farmaci o qualche farmaco particolare , e di farmaci che possono provocare  malattie polmonari ce ne sono parecchi per questo si rimanda a vari testi tra i quali il trattato di medicina respiratoria volume 2 cap.74 a cura del Prof. L. A.. E poi la Patogenesi della fibrosi polmonare presenta delle caratteristiche ben precise come riportato dai vari testi di medicina che trattano l’argomento e tra questi L’RRISON volume 2 capitolo 259 a pag. 1672. Dove dice che nella fibrosi polmonare idiopatica, le pareti alveolari sono rivestite da pneomociti di tipo I e di tipo II, le strutture interstiziali di sostegno sono costituite da cellule mesenchimali, soprattutto fibroplasti, si rinvengono numerose cellule immunitarie che rivestono gli alveoli e si disseminano negli alveoli fra cui macrofagi alveolari, macrofagi dentrici, monociti interstiziali e cellule infiammatorie, come i leucociti polimorfonucleati (PMN) e gli eosinofili. Dal punto di vista istologico,c’é un alta componente infiammatoria, la fibrosi fa seguito a una organizzazione dell’essudato all’interno degli spazi aerei in cui i fibroplasti sottostanti all’epidelio di tipo I proliferano e aumentano la produzione di fibronectina, i macrofagi sono in grado di secernere sostanze che stimolano la proliferazione di cellule mesinchimali affinché i fibroplasti possano replicarsi. Quindi nelle fibrosi polmonari c’è un’alta componente infiammatoria, e un alto numero di fibroplasti, e queste cellule sono la causa che produce tessuto fibroso polmonare. Il referto istologico della BIOPSIA polmonare di Adriana, dice che é scarsa la componente infiammatoria nell’interstizio, e occasionale la presenza di minuti  fibroplasti. Sulla base di questo come si fa a dire che la sua patologia era fibrosi polmonare se la patogenesi di queste malattie hanno delle caratteristiche ben precise? Con riferimento al referto istologico della BIOPSIA dove dice che si associano quadri di polmonite desquamativa, si contrasta con i vari testi di medicina e tra questi il trattato di medicina respiratoria volume due capitolo 60 a pagina 1749, dice che la polmonite interstiziale desquamativa comprende un infiltrato negli spazi alveolari composto da macrofagi associato ad un infiltrato di cellule infiammatorie nelle pareti alveolari ma con scarsa fibrosi, e la polmonite desquamativa va più spesso incontro a remissione spontanea e risponde bene al trattamento con corticosteroidi. Quindi l’esame istologico non conferma niente di concreto. Sempre nel trattato di medicina respiratoria al capitolo 59 pagina 1743 afferma che i farmaci citotossici possono progredire in modo insidioso, portando malattie polmonari, in tale circostanza il medico deve sospettare il farmaco come potenziale causa di malattia polmonare e deve sospenderlo. AL volume 6 capitolo 26 pagina 328 professione medico in medicina respiratoria, dice che la fibrosi e sempre associata a un’infiammazione mediata da macrofagi alveolari, neutrofili, e fibroplasti. A pagina 329, dice che la (UIP)= usual interstitial pneomonia, la fibrosi accompagna la componente infiammatoria. IL fatto che in queste malattie sia presente una VES = velocità di sedimentazione del sangue, non conferma niente in quanto è comune a tante malattie, e di solito e elevata nelle infezioni come riportato nel vol.5 professione medico a pag. 373.I valori della VES quando Adriana e stata dimessa dall’ospedale di Bobbio in data 10/08/99- erano a 13- i valori normali vanno da 0 a 20- quindi la VES era nella norma, e anche i valori di LDH che erano a 431- alla dimissione da bobbio il 10/08/99.I valori normali di LDH vanno da 230/460. Mentre l’ipogammaglobulunemia a 481 che Adriana aveva quando i valori normali vanno da 1600/1800 era causata dai farmaci e in particolare immunosopressori che gli impedivano le sue naturali difese immunitarie, quindi una produzione di anticorpi prodotti dalle IgG, e IgM che si legano insieme, come riportato a pag.348 dello stesso volume. Quando era all’ospedale di Bobbio i valori di IgG erano 1591 mg/dl valori ottimi, questo significa che le sue difese immunitarie andavano più che bene. Quindi sulla base di della Scienza medica, e gli esami fatti non si può dire che Adriana aveva questa malattia. Di malattie polmonari ne esistono oltre 150 e tra queste ci sono le fibrosi polmonari di vario tipo quelli da causa conosciuta causate per esempio da animali, amianto, infezioni batteriche,virali,parassitarie, da farmaci ecc. e poi ci sono quelle da cause sconosciute. Come riportato dai vari testi di medicina, trattato di medicina respiratoria cap. n.59,60,61 ecc. quindi per avere una diagnosi certa bisogna fare tanti esami specifici e tra questi la broncoscopia, il BAL = bronco lavaggio che è molto importante per avere una situazione chiara del sistema cellulare dei polmoni, e questo non è stato fatto, perché? Come non e stato fatto neanche un semplice esame dell’espettorato che e molto importante per vedere se ci sono infezioni batteriche, virali, parassitarie ecc. E poi per quanto riguarda l’infezione da stafilococco aureus che e stato trovato all’ospedale San Matteo a Pavia, cosi come il chlamydia pneumanie. Questi batteri per una persona che non ha difese immunitarie a causa dell’immunosoppressione dai farmaci sono mortali e dato che questi batteri vivono in ambienti ospedalieri sono molto resistenti agli antibiotici rispetto al comune batterio che vive fuori. Tutto questo è scritto nei vari testi di medicina tra questi la L’ERRISON cap. 142, pag. 1009, e trattato di medicina respiratoria cap.35-36-37-38-39-40. In questi capitoli viene descritto quali sono i  rischi per il polmone nelle terapie immunosoppressive come riportato anche al capitolo n.92 dello stesso testo. Tutto questo è scritto da medici su testi accreditati, per quale ragione non sono stati attuati? Di testi accreditati ne potrei menzionare a decine ma più o meno dicono le stesse cose, e credo che io non devo fare una consulenza medico legale ma voglio far capire che le cose per me sono chiare e limpide su quanto è successo. Di una cosa sono certo se non era per quella maledetta terapia mia moglie oggi sarebbe viva e di questo ne sono più che sicuro e che non aveva questa malattia e non aveva neanche bisogno di trapianto polmonare. Adriana è stata uccisa dai farmaci e dalle conseguenze che ne sono derivate da queste infezioni batteriche virali e tanti altri che non sto ad elencare. A mio giudizio Adriana aveva un’infezione batterica non curata in quanto il medico di famiglia come detto sopra il Dr. P. M. curava Adriana come asma senza far fare esami specifici, aggravando sicuramente la salute di Adriana prescriveva farmaci a base di cortisoni. Mentre le infezioni batteriche vanno curate con antibiotici.quindi un’infezione non curata sicuramente ha provocato danni maggiori ai polmoni. Il mio sospetto di questa infezione  viene a seguito di un episodio successo nel luglio 1996. A seguito di una malattia che ha colpito degli animali che noi tenevamo in casa da qualche mese prima, gli animali erano dei criceti e ne avevamo 13. Questi animali si sono ammalati e nel giro di una settimana sono morti tutti. Io ho fatto fare degli accertamenti dal veterinario, e dagli esami batteriologici del laboratorio analisi di Milano la malattia che fu riscontrata era un batterio eschericchia coli. Dopo circa 3 mesi da questo evento Adriana inizio ad accusare problemi respiratorie che sono peggiorate col tempo, e come detto sopra il medico la curava come asma. A questo episodio non si dette tanta importanza. Si cominciò a sospettare di questo fatto quando Adriana era ricoverata al San. Martino. Sia mia moglie che io le abbiamo detto ai medici che avevamo degli animali in casa e che era successo quel episodio della malattia mostrandogli anche gli esami del laboratorio di Milano, ma questi dissero che non centrava niente con la malattia e che i criceti o altri animali non possono provocare malattie polmonari. Ma oggi che mi sono documentato in merito su testi di medicina, scopro che tanti animali possono provocare malattie polmonari come le polmoniti atipiche, da ipersensibilità. Gli animali che possono provocare questo sono: i pappagalli, i conigli, topi, scoiattoli, e tanti altri. Solo il fatto di stare a contatto con questi animali si rischia di prendere tante malattie per vari motivi scientifici soprattutto a persone predisposte. Da quello che so, la medicina sta studiando varie patologie dell’apparato respiratorio che questi animali possono provocare e si stanno studiando appunto anche i criceti essendo un animaletto abbastanza diffuso specialmente tra i bambini. In questo caso si aggiunge il fatto della malattia che ha colpito gli animali, l’escherichia coli, la medicina in merito ha questo batterio dice che se questo viene inalato e riesce a superare tutte le difese dell’apparatoticato e curato con i farmaci indicati.Voglio precisare che dopo questo episodio abbiamo continuato ad avere questi animali in casa, ne abbiamo ricomprati altri, inconsapevoli di quello che potevano provocare. Oggi ritornando indietro con la memoria ricordo che avvolte cosi parlando con mia moglie in varie occasioni, quando ci trovavamo fuori o in casa di amici lei diceva che stava meglio e respirava molto meglio di quando era a casa, ma a questo non ci si dava tanta importanza perché non si pensava che gli animali e nel caso specifico i criceti potevano portare delle malattie, ma oggi ci penso e vorrei tornare indietro ma non si può purtroppo e rimango con questo dubbio. Vorrei sottolineare che questi animali che ho avuto dopo il primo episodio morivano tutti in età giovane rispetto a quello che sarebbero dovuti vivere, e con strane malattie anche ai polmoni e neanche il mio veterinario riusciva a capire il perché. (Ho due certificati: una diagnosi batteriologica di eschericchia coli e un referto di autopsia, fatta dall’istituto di anatomia patologica veterinaria dell’università degli studi facoltà medicina veterinaria di Milano del 29-05-1997, che attesta che la diagnosi istologica fatta sul criceto, parla di focolai epatici necrotico proliferativi, polmonite interstiziale grave diffusa.) Visto che, la polmonite è una malattia contagiosa è lecito che io abbia il sospetto che Adriana fosse stata contagiata ? Ora io mi chiedo visto che questo era stato detto hai medici del San. Martino perché loro essendo medici lo sapevano benissimo che tanti animali possono portare varie patologie all’apparato respiratorio, perché l’anno escluso? Quando invece i testi di medicina parlano chiaro su questo? E hanno anche escluso il fatto che c’erano stati questi episodi di malattia da escherichia coli, e polmonite interstiziale, quando i medici dicono che Adriana aveva una polmonite interstiziale e i testi di medicina che parlano di polmonite dicono che queste patologie nella maggior parte dei casi sono batteriche di vari tipi anche virali e in questo caso i primi esami diagnostici da fare sono: esame batteriologico e culturale dell’escreato, esame batterioscopico culturale del bronco lavaggio e tanti altri. Mentre la biopsia polmonare data la complessità e i rischi legati all’eseguzione, può essere fatta solo quando tutti gli altri esami diagnostici abbiano fallito. (Una leucocitosi neutrofila) con aumento della velocità d’eritrosedimentazione, e della PCR suggerisce un’ezeologia batterica. Infatti quando Adriana era ricoverata presso l’ospedale di Bobbio (PC) gli fu riscontrata una leucocitosi neutrofila (GB 12,800, e neutrofili 84%, è gli stessi sanitari di Bobbio confermano che la malattia era di natura infettiva. Quindi tutto questo giustifica che la malattia era di natura infettiva. La terapia per le polmoniti sono gli antibiotici di prima scelta, e no farmaci immunosoppressori, e neanche i cortisoni. Il fatto che Adriana, nel periodo in cui era ricoverata a Bobbio (PC) avesse avuto netti miglioramenti, era dovuto dal fatto che era stata curata da una terapia antibiotica, questo giustifica che la sua reale malattia era di origine infettiva. Questo episodio, inizialmente era solo un mio sospetto perché le cause della malattia che i medici dicono che aveva Adriana possono essere tante, ma io credo che si dovevano fare accertamenti diagnostici conoscendo la situazione, invece hanno solo raccontato delle menzogne. Perché questo loro comportamento? Quello che so che questi medici mi hanno rovinato la vita, e non sarò più quello che era, la mia vita ormai è stata distrutta per sempre e quello che mi potrà dare un po' di pace è avere giustizia. E voi che siete gli Organi preposti avete il dovere di rendere prima di tutto giustizia a mia moglie in quanto essere umano. Se questo oggi ha ancora valore in questa società dove viviamo, e poi fare giustizia per me se non volete avere un altro morto sulla coscienza.Io mi sto distruggendo la vita non ho più pace sono stanco mettetevi nei miei panni e di cosa si prova a non avere più la persona che si amava e Adriana per me è stata la cosa più bella che la vita mi aveva dato e Voi avete il dovere di aiutarmi. Questi medici hanno ucciso due persone mia moglie che ora è in pace con Dio, ma io sono qui a soffrire senza nessuno con cui parlare , arrivare a casa e non trovare più nessuno che ti chiede se stai bene , o stai male nessuno che ti prepara la cena nessuno che ti dice ciao ci vediamo stasera o più tardi, non ho più niente, pensate che una persona può accettare tutto questo? Aiutatemi ma fatelo in modo concreto. L'ordine dei Medici ancora non so cosa abbia fatto credo che non ci voglia tanto a fare delle indagini per verificare quanto meno se è stata osservata la legge come il Ministero ha scritto.  La legge del 17/02/1998 nr.23 che il ministero ha allegato parla molto chiaro, in merito ART. 3 comma 2-3-5 ecc. e la legge NR. 161   del 25/03/1996 art.2 comma 2 dice che il medico deve ottenere il Consenso firmato del paziente e annotare sulla cartella clinica del ricorso alla facoltà prevista dal presente comma cioè il perché è stata fatta una terapia del genere. Quello che io denuncio è questo che per quanto riguarda la Cartella Clinica non corrisponde a verità ci sono delle falsità e omissioni di vario genere che non sto a citare qui sarà detto al momento che mi sarà chiesto e poi volevo dire anche questo, che in due occasioni nel mese di ottobre 1999 nel reparto dove era ricoverata mia moglie dei parenti di una ricoverata nella stessa stanza d'accordo con il personale sanitario hanno portato un cane  prima nella stanza di mia moglie e poi in infermeria, vi sembra giusto questo ? ma non è vietato portare animali in Ospedale? E con mia moglie che era immunosoppressa oltre allo schifo che c'era già come igiene un animale non porta infezioni? Lascio a Voi i commenti e poi la struttura del Maragliano me la chiamano Clinica di Pneumologia forse non sanno che cosa è una Clinica, quello è un mattatoio io ho visto morire troppa gente. E' un reparto che fa schifo igiene direi pessima e fare un complimento. Mi ricordo che quando doveva andare in bagno doveva viaggiare con l'amuchina per disinfettare e non la passava la Sanità ma la comperavo io e lo stesso facevo per il mangiare in media spendevo 50 mila lire al giorno per non fargli mangiare il cibo che gli davano in quanto faceva schifo. Adriana era diabetica per le medicine che gli somministravano e una dieta appropriata per lei, non la passavano nonostante che io più volte ho fatto presente questo anche al Tribunale del Malato, ma non c'è stato niente da fare quindi se mia moglie voleva mangiare dovevo comperarlo io. Ditemi se questo è giusto? Nel periodo che Adriana era ricoverata a San.Martino è stata richiesta la visita dal diabetologo perché come dicevo sopra, le medicine le hanno fatto venire il diabete e quindi doveva essere visitata spesso. Nonostante fosse stata fatta la richiesta, il diabetologo non veniva mai, sono passate un paio di settimana però non si vedeva nessuno, nonostante le mie continue insistenze. Alla fine ho dovuto chiamare io un mio amico che è un professore diabetologo di Rapallo, che conosceva la situazione, gli ho spiegato che il diabetologo dell’ospedale San.Martino non si presentava così lui gentilmente mi fece il favore di chiamare lui stesso, l’ospedale San.Martino per sollecitare questo intervento, dopo la sua telefonata, nello stesso giorno mia moglie è stata visitata, vi sembra giusto questo comportamento ? per avere diritto alle cure, bisogna essere raccomandati anche in ospedale? Il mio amico professore, che ha raccomandato questo intervento si chiama D'agostino Andrea. e io chiedo che sia sentito come teste. Poi ricordo che a mia moglie gli usciva spesso sangue dal naso e gli veniva medicato con delle medicine emostatiche (ugurol) senza accertare la causa di questo problema. Oggi mi rendo conto che questo era dovuto ai farmaci e alla carenza di piastrine nel sangue ma i medici non s’interessavano di niente perché? La stessa ferita chirurgica della biopsia non gli veniva mai medicata, ho dovuto comprare io la pomata disinfettante (connettivina) per medicare la ferita. La stessa ferita è andata in infezione e di questo me ne sono accorto io, gli stessi punti di sutura gli sono stati tolti nel reparto invece di mandarla in chirurgia toracica, si sono anche dimenticati due punti da togliere e sono stato sempre io ad accorgermene. Vi sembra giusto un comportamento del genere? In cartella clinica non c’è nessuna traccia di tutto questo, non si sa chi e dove sono stati tolti questi punti, come non si parla della ferita andata in infezione e neanche che si sono dimenticati i punti da togliere. Nella cartella clinica non è stato scritto niente di tutto questo, perché ? ma queste non sono omissioni ? la cartella clinica non dovrebbe riportare tutto quello che si fa a un paziente ricoverato? Vorrei sottolineare che nella camera dove era ricoverata Adriana al San. Martino, oltre alla pessima igiene come ho raccontato prima, le compagne di camera di mia moglie purtroppo costrette a stare a letto e a fare i propri bisogni nello stesso letto, il più delle volte quando io mi trovavo li veniva fuori un odore che non si poteva stare neanche nei corridoi tanto era forte e addirittura in più occasioni c’era una signora che gli infermieri la mettevano seduta sulla sedia per fare i propri bisogni e tante volte per incuria o negligenza si chiami come si vuole non gli mettevano il vassoio di raccolta e quindi tutto quello che faceva andava a finire sul pavimento che era una cosa schifosa lascio immaginare a voi che leggete su questo e con mia moglie costretta a stare lì perché non poteva allontanarsi più di tanto in quanto doveva stare attaccata al respiratore nelle condizioni in cui era senza difese immunitarie per i farmaci immunosoppressori, quanti germi e batteri c’erano in quella camera ? per una persona in quelle condizioni io non credo che facessero bene, quanti ne ha inalati di quei germi o batteri Adriana ? poi c’era un’altra signora che purtroppo anche lei, costretta a stare a letto oltre a fare tutto nel letto, questa signora circa una volta la settimana a causa della sua malattia gli si formava del liquido nei polmoni e quindi i medici dovevano aspirarglielo e ogni volta che i medici facevano questa operazione ricordo che gli aspiravano dai 10 ai 15 litri di questo liquido e veniva portato via dagli infermieri con dei secchi, ora io mi domando queste cose non si dovrebbero fare in infermeria?    Bastava spostarla con il suo stesso letto visto che era munito di ruote invece di farlo nella stessa camera con la conseguenza che questo liquido chissà quanti batteri, virus e altro contiene, oltre tutto mi sembra anche una mancanza di rispetto per la persona che subiva questo. E poi nelle condizioni di cui si trovava Adriana senza nessuna protezione, quanti germi di vario genere l’anno contagiata? Secondo voi che leggete questo vi sembra un comportamento corretto da parte dei sanitari? Adriana doveva essere isolata come ho detto prima a scopo di protezione della sua salute invece di esporla a questi rischi, perché non è stato fatto questo come è scritto in letteratura medica ? tutto quello che io scrivo non è fantasia ma sono gli stessi medici che scrivono testi di medicina e dicono quali sono le misure da adottare in certe situazioni. I medici che hanno avuto in cura Adriana queste cose le sanno perché le hanno studiate e le continuano a studiare quindi un tale comportamento è inaccettabile ! mi rifiuto di pensare che possono essere errori se così si possono chiamare. Nella vita nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare, sbagliare è umano ma perseverare e fare gli stessi errori è diabolico. Io non credo che questi siano errori perché da persona di strada faccio questo ragionamento: prima di iniziare una simile terapia che io so che comporta alti rischi sia per gli effetti collaterali che ha e anche per l’alto rischio di infezioni di vario genere prima di iniziarla cerco di attuare tutte quelle misure necessarie a ridurre più che si può questi rischi a protezione del paziente. Tutto questo mi sembra che sia più che logico oppure no? Non si può mettere a rischio la vita altrui in questo modo come se le persone fossero dei giocattoli, tanto se si rompe se ne compra un altro. Adriana è andata in ospedale per essere curata, e non per essere usata come cavia da laboratorio e poi uccisa dalla terapia e le conseguenze che ne sono derivate. In tutti questi mesi mi sono chiesto il perché di questo comportamento da parte di questi medici e la risposta è sempre la stessa, a mio avviso non gli interessava niente della salute di Adriana credo che il loro vero scopo era quello di vedere gli effetti collaterali delle medicine fino a che punto arrivassero. Hanno trovato, l’occasione e la cavia giusta per il loro scopo, perché penso questo ? perché io non ho fatto altro che incrociare la brutta vicenda che ha visto protagonista Adriana e oggi che so cosa dice la medicina in merito a queste patologie e quali misure protettive bisogna attuare, penso che non hanno fatto niente per curarla e per salvarla, si dovevano fare tanti esami diagnostici che non sono stati fatti. Hanno fatto una terapia pure sperimentale, per quelle patologie che dicono che aveva Adriana, non hanno ottenuto il consenso informato della paziente stessa. Ogni qual volta, sia io che mia moglie gli chiedevamo informazioni sia sulla malattia che su quella maledetta terapia, raccontavano solo che delle menzogne, perché dico questo ? perché oggi so cosa dice la medicina, se io fossi un medico saprei come comportarmi con un paziente come Adriana. Io ormai di questo mondo, dove purtroppo siamo costretti a vivere, dove non c’è più rispetto di niente e per nessuno, non escludo per nessuna ragione che questi medici abbiano agito come da me raccontato, consapevoli di quello che stavano facendo e quello che sarebbe successo. Di casi che sono inaccettabili ne potrei raccontare tanti ma diventerebbe un discorso lungo, voglio dire anche questo riguardo al Maragliano (Osp. San Martino) un reparto del genere non è adatto per curare patologie Polmonari in quanto i nostri polmoni sono gli unici organi a rischio in quanto sono a contatto con l'ambiente esterno e sono soggetti a varie infezioni e patologie varie e quindi una struttura per la cura di patologie polmonari deve essere più che idonea sotto tutti i punti di vista e in particolare l'Igiene del reparto le stanze non devono essere misti i servizi igienici dovrebbero essere in camera , il personale sanitario deve prendere tutte quelle misure profilattiche , mascherine, guanti, ecc. e questo non lo dico io ma è scritto in testi di medicina accreditati e sfido chiunque a provarmi il contrario di quello che dico. Quindi a mio giudizio  questo reparto deve essere chiuso, in quanto  non idoneo per patologie polmonari, ho va rinnovato e dichiarato idoneo come deve essere a misura di essere umano. D'altronde anche il Sig. Ministro Veronesi tempo fa disse che in Italia ci sono troppe strutture ospedaliere troppo fatiscenti E non idonei a curare la gente e vanno chiusi, è bene questo è uno di quelli che va chiuso al di la del mio caso specifico, ma qui la gente muore in ogni ospedale ci dovrebbero essere quegli organi preposti ai controlli per tutte queste cose. Alle infezioni batteriche e virali, ma dove sono ? li fanno i controlli? Ritengo responsabile di quanto e successo anche l’ospedale san. Martino di Genova e il Direttore e i vari organi preposti, queste responsabilità sono anche per il Policlinico San. Matteo di Pavia e il suo Direttore. Io lascio tanti punti interrogativi i vari commenti fateli voi.